Sofia Servizio Civile ad Acea Onlus (2015 - 2016)

In effetti è da quando ho diciannove anni che immagino il mio futuro nel mondo delle associazioni e del no profit in generale. Da brava aspirante cooperante, finito il liceo, preparo la mia valigia e mi iscrivo ad un corso di sviluppo e cooperazione a Parma. Mi sembrava un buon modo per raggiungere l’obiettivo “lavoro nel no profit” ma, dopo la laurea, sono successe cose che non mi aspettavo. Mai avrei pensato a dire il vero di finire a fare uno stage in una multinazionale e poi di finire a lavorare in banca. Dovevo assolutamente porre un rimedio, dovevo fare in modo di non rimanere incastrata in un ambiente che non mi apparteneva, che non sentivo mio. Sentivo di aver tradito le mie aspettative da diciannovenne.

Così, in un pomeriggio dei tanti passati a mandare cv su internet, mi imbatto in un annuncio che sembrava proprio cucito apposta per me. Si trattava di un progetto denominato “isola solidale”, proprio il nome del quartiere in cui abito io! Insomma, senza indugiare troppo prendo subito un appuntamento con quella che poi sarebbe diventata la mia OLP. Da subito capisco che questo sarebbe stato il punto di partenza ideale per me e le mie ambizioni, che ci saremmo potuti scambiare preziosissime esperienze e che sarei potuta crescere molto, anche dal punto di vista personale. E oggi, dopo solo tre mesi, sento di aver già imparato molte cose, e che ancora di più ne potrò imparare nei prossimi. Decidere di collaborare con queste persone è stata una delle intuizioni migliori che abbia mai avuto: l’ambiente è eterogeneo, lo scambio di idee e posizioni è sempre fonte di utili lezioni e le persone con cui collaboro hanno esperienze davvero fuori dal comune per essere così giovani. Mi sto sempre più appassionando a quello che faccio, ed è una delle sensazioni più belle che si possa provare in un luogo di lavoro.

Mi si è finalmente aperto un mondo, il mio mondo.